mercoledì 8 settembre 2010

Investimenti ed emozioni: la psicologia del piccolo investitore.





Nel precedente post ho introdotto l’argomento dell’intelligenza emotiva che si affianca al quoziente intellettivo nel definire l’intelligenza complessiva di una persona.

Questo discorso mi serve per introdurre un concetto, quello della psicologia negli investimenti, che ha un peso significativo sulla bilancia della preparazione dell’investitore.

Alla lettura dei più esperti, che già da un po’ operano per conto proprio negli investimenti in borsa, tale argomento potrebbe sembrare scontato e ridondante rispetto a quanto già letto e sentito sull’argomento e di cui, almeno nelle intenzioni, si cerca di tenere conto.

Ritengo di parlarne (e lo farò anche in futuro) non solo per chi si sta avvicinando agli investimenti per la prima volta, ma anche perché i meccanismi emotivi e le particolari trappole psicologiche in cui si può cadere, prendono spesso il sopravvento anche nel piccolo investitore un po’ più esperto.

Come già ho evidenziato in un altro post, la capacità di gestire le proprie emozioni ha un’importanza fondamentale per una corretta gestione dei propri investimenti.

Non dobbiamo pensare però solo ai comportamenti dell’investitore nei mercati borsistici, ma, in un’ottica più ampia, dobbiamo riferirci anche ai comportamenti relativi ad investimenti di tipo diverso (ad es. immobili ed altri oggetti il cui valore è suscettibile di variazione nel tempo; attività autonome e di impresa) comprendendo, più in generale, ogni ambito della nostra vita.

Il discorso ha una valenza amplificata per gli investimenti in borsa in quanto vi sono anche delle trappole che possono essere innescate ad esempio da una notizia tendenziosa a cui il piccolo investitore deve reagire in tempi spesso brevi.

Comunque, la contrapposizione tra quoziente intellettivo ed intelligenza emotiva non deve essere vista come qualcosa di antitetico, bensì come un equilibrio capace di portare una persona a risultati soddisfacenti. E’ sufficiente una discreta intelligenza logico-matematica associata a buone capacità emotive, per raggiungere risultati eccellenti.

Questo in ogni campo di attività.

Infatti, potrete voi stessi confermare che avete incontrato, dopo tanto tempo, compagni di classe o colleghi universitari che ce l’hanno fatta. Vi sarete forse detti: “eppure non era una cima!”.

Ebbene, queste persone hanno messo in gioco se stessi puntando sulle abilità a loro disposizione, compensando carenze di carattere tecnico e conoscitivo (legate ad un quoziente intellettivo non al di sopra della media) con l’esperienza e l’istinto.

Questo è quello che accade molte volte negli investitori di borsa che hanno dedicato molto tempo allo studio delle società e dell’analisi tecnica. Saranno capaci di analizzare i bilanci delle aziende; riescono ad individuare sui grafici un trend o altre figure dell’analisi tecnica; sono capaci di comprendere l’andamento dei cicli economici; riescono anche a spiegare e a far comprendere agli altri concetti strutturati mostrando grande padronanza tecnica e di linguaggio.

Può però succedere che, quando si trovano davanti al monitor pronti ad operare, si insinui nella loro mente una serie di dubbi e di incertezze che fino ad un momento prima non esistevano. Dubbi ed incertezze che li possono condurre a fare operazioni non pianificate ed azzardate, in contrasto con i ragionamenti di tipo logico-cognitivo che avevano fatto fino ad un momento prima.

In altra sede cercheremo di capire in maniera schematica quali sono gli errori tipici dettati dall’emotività nel piccolo investitore. Del resto si è sviluppato un campo di studio, quello della finanza comportamentale, che osserva appunto i comportamenti degli investitori e le motivazioni irrazionali che li spingono a fare un investimento (o un disinvestimento), cercando da un lato di spiegare fenomeni come le bolle e i crolli da panico dei mercati e dall’altro di spiegare come le emozioni e gli errori cognitivi possono influenzare il processo decisionale dell’investitore.

Quello che voglio sottolineare ancora in questa sede è, invece, la circostanza che gli investitori molto spesso sbagliano perché non riescono ad essere consapevoli delle proprie emozioni e pertanto non riescono a gestirle (vedi nel precedente post gli ambiti definiti da Salovey).

In conclusione, con questo non voglio dire che raggiungere l’autoconsapevolezza delle proprie emozioni e cercare di gestirle sia un’opera semplice.

Voglio semplicemente suggerirti che è un’opera “possibile”. Sarà poi la nostra convinzione e la nostra voglia di migliorarci a darci la possibilità di riuscire in quest’opera.

Spero tu comprenda l’importanza di questo argomento in quanto potresti spiegarti tanti episodi della tua vita in cui le tue emozioni o quelle degli altri hanno compromesso un risultato o ne hanno sminuito gli effetti.

Ebbene, tale comprensione potrà aiutarti ad avere consapevolezza di ciò che, dal punto di vista emotivo, ti è successo e potrà esserti d’aiuto nelle future situazioni analoghe in cui ti troverai.

Questo vale ovviamente anche per i tuoi eventuali investimenti in borsa, per i quali sarà normale avere delle perdite e sarà normale compiere degli errori. L’importante sarà non solo analizzare i motivi tecnici che ti hanno procurato l’evento negativo, ma soprattutto comprendere le implicazioni psicologiche che ti hanno spinto a fare un acquisto avventato o una vendita prematura.

Ciao e alla prossima!

Nessun commento:

Posta un commento