domenica 28 febbraio 2010

Retroazione (feedback) – l’interferenza delle emozioni.




Per rendere più ampio il significato dell’apprendimento a seguito di esperienze negative, non posso non considerare l’effetto delle emozioni sulle nostre azioni.

Non voglio schematizzare troppo l’analisi, in quanto potrei rischiare di rendere freddo il concetto che voglio esprimere, ma non posso non considerare che, a seguito di alcune esperienze, noi cerchiamo di programmare meglio le nostre azioni future (per non sbagliare ancora).

Devo considerare però che, anche di fronte al programma più pensato e ai propositi migliori, il nostro comportamento futuro potrà essere soggetto, in ogni caso, all’influenza delle nostre emozioni.

L’emotività del momento può condurre, infatti, ad azioni impulsive che vanno al di la delle nostre intenzioni iniziali o dei nostri propositi.

In particolare, quando mettiamo in gioco (investiamo) le nostre risorse, facciamo un programma che abbraccia un certo arco temporale, che può essere più o meno lungo a seconda delle esigenze e della portata dei nostri obiettivi (ripeto ancora che gli obiettivi non sono sempre e solo obiettivi materiali, ma sono anche obiettivi morali, spirituali e di relazione).

Ebbene, tale programma è stato fatto in un momento di calma, riflettendo bene, in base alle informazioni in nostro possesso, sulle diverse fasi che lo riguarderanno e, in base a questo programma, si è fatto un piano di azione.


Siccome qui riporto la mia esperienza personale, con queste parole voglio esprimere come, oggi, ho imparato che, una volta determinato un piano di azione, è vero che bisogna avere la flessibilità giusta per fare delle correzioni in corsa, ma è anche vero che tali correzioni, non devono essere guidate dall’enfasi di un particolare momento o dall’emotività che può generare in noi un “sentimento impulsivo” per un particolare evento.

Cioè, ho imparato che, una volta definita una strategia e un piano di azione (perché la nostra mente per aiutarci, ha bisogno di essere indirizzata), bisogna perseguirli fino in fondo.

Eventuali cambiamenti degli stessi devono essere affrontati con altrettanta calma e sulla base di elementi seri e tangibili che ne possono delineare nuovi confini.

Con questo non voglio certo dire di non seguire i sentimenti e le emozioni, ma semplicemente di non farsi guidare dall’iniziale impulso che queste possono generare. Anzi, fermarsi a riflettere sulla profondità delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti, ce ne può far prendere ancora più coscienza aiutandoci a tenerle in seria considerazione nel momento delle scelte.

Infatti, proprio l’essermi soffermato su alcune mie emozioni, mi ha aiutato a dare ancora più senso all’esperienza alla quale nel precedente post attribuivo l’avermi trasferito “un senso iniziale di rabbia”; ma soprattutto spero di aver appreso tutto quanto sufficiente per essere più coscienzioso e non sprovveduto quando si tratterà di agire: non tanto per il fatto di aver agito male e pertanto non aver ottenuto i risultati sperati, ma perché ho capito che in alcune situazioni, il sentimento impulsivo non porta sempre al miglior risultato…

non farsi guidare da un obiettivo più piccolo, quando questo può compromettere l’obiettivo più importante al quale si sta pensando e per il quale si sono investiti tempo e risorse

3 commenti:

  1. Purtroppo il cervello degli esseri umani ha un grosso limite: impara sulla base delle esperienze vissute.
    Molto spesso prendere una decisione e fidarsi esclusivamente delle nostre valutazioni (ripeto, basate sull'esperienza) ci induce molto spesso ha compiere azioni sbagliate. Le emozioni muovono all'azione, ma non bastano...
    Le persone piu' illuminate si distinguono per la loro umilta': sanno che la loro conoscenza ha un limite e si avvalgomo delle INTUIZIONI, che non sono legate alla fretta o alle emozioni, ma a molto di piu'...

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  2. ... ovviamente l'umiltà guiderà le persone illuminate nel comprendere che le proprie INTUIZIONI possono essere anche fuorvianti ....

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  3. Esattamente, la chiave credo sia l'umilta'... e un pizzico di fede

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