domenica 29 novembre 2009

Investimenti e ciclo economico (parte seconda).


Nella prima parte di questo argomento accennavo al fatto che, quando vogliamo investire i nostri soldi, prima di analizzare i singoli strumenti, è opportuno farsi un’idea della fase del ciclo economico che stiamo vivendo e di quelli che possono essere gli scenari futuri.

Ho poi descritto tre mercati che, principalmente, possono trovare una correlazione, benché sfasata, rispetto al ciclo economico.

Adesso voglio dare un’idea di come i tre mercati possono potenzialmente muoversi rispetto al ciclo economico.

Sul grafico che ho inserito alla fine del post sono rappresentati i tre mercati (Obbligazioni – Azioni – oro Gold). Con le frecce verso il basso è rappresentato il raggiungimento del massimo dei tre mercati, ai quali segue l'inizio del decremento delle rispettive quotazioni; mentre con le frecce verso l’alto è rappresentato il minimo dei tre mercati, ai quali segue una ripresa delle rispettive quotazioni.

Il primo dei tre mercati che è opportuno descrivere è quello delle obbligazioni, che sintetizza l’andamento dei tassi di interesse e che è il punto di contatto tra le materie prime e il mercato azionario.

L’analisi dei tassi di interesse, infatti, ci da informazioni circa lo stato di salute dell’economia e dunque, informazioni sulla fase del ciclo economico.

Il mercato obbligazionario infatti è il primo mercato finanziario di cui si può generalmente notare una ripresa nel momento in cui si passa da una fase di recessione ad una di espansione che è rappresentata dall’attraversamento della linea orizzontale del grafico di questo post.

In pratica vediamo che i prezzi delle obbligazioni, nella fase iniziale dell’espansione, raggiungono i loro massimi (e cioè i tassi di interesse raggiungono i minimi) per poi cominciare una rapida discesa (e cioè i tassi di interesse cominciano a salire).

Questo può essere spiegato, ad esempio, dalla maggiore domanda di credito da parte di imprese e consumatori nelle prime fasi di ripresa economica che comporta appunto un aumento dei tassi di interesse soprattutto a lungo termine.

Nel frattempo la fiducia ha fatto aumentate le quotazioni del mercato azionario il quale è un mercato tipicamente anticipatore della ripresa economica; per cui quando le quotazioni azionarie raggiungono i massimi, il ciclo economico non ha ancora raggiunto la sua massima espansione.

giovedì 26 novembre 2009

Citazione motivazionale del 26/11/2009



I 12 Principi di Anthony Robbins


1. Vivi una Vita al servizio degli altri 

“Il modo migliore per trovare te stesso è perderti, mettendoti al servizio degli altri”. (Mahatma Gandhi) 

2. Offri agli altri ciò che vorresti ricevere 

“Abbiamo bisogno di tanto amore per perdonare, ma abbiamo ancor più bisogno di umiltà per chiedere perdono” (Madre Teresa) 

3. Sii gentile 

“La vita è breve, eppure c’è sempre abbastanza tempo per essere cortesi”. (Ralph Waldo Emerson) 

4. Sii straordinario 

“Mira alla Luna. Anche se mancherai il bersaglio, finirai pur sempre in mezzo alle stelle”. (Les Brown) 

5. Cerca l’Unione 

“L’interdipendenza deve essere l’ideale dell’uomo, tanto quanto la sua autonomia”. (Mahatma Gandhi) 

6. Impegnati per vivere con Saggezza 

“La Scienza è l’organizzazione della Conoscenza. La Saggezza è l’organizzazione della Vita”. (Immanuel Kant) 

7. Esprimi la tua gratitudine 

“Quando provi gratitudine, la paura si dissolve per lasciare il posto all’abbondanza”. (Tony Robbins) 

8. Pensa in modo critico 

“Il mondo che abbiamo creato è il prodotto del nostro pensiero. E dunque non può cambiare se prima non modifichiamo il nostro modo di pensare”. (Albert Einstein) 

9. Sii coraggioso 

“Le cose che devi fare sono proprio quelle che pensi di non riuscire a fare”. (Eleanor Roosevelt) 

10. Sii umile 

“Desideri che le persone abbiamo una buona opinione di te? Non esaltare te stesso”. (Blaise Pascal) 

11. Sii creativo 

“Una persona creativa è motivata dal desiderio di arrivare, non quello di superare gli altri”. (Aya Rand) 

12. Sii presente 

“La cosa meravigliosa è che non è necessario aspettare neppur un momento, per iniziare a rendere il mondo migliore”. (Anna Frank)

domenica 22 novembre 2009

Investimenti e ciclo economico (parte prima).


In un precedente post mi chiedevo “quanto pesano i nostri soldi”.

Nello stesso post accennavo al fatto che, ognuno di noi, può trovare il modo per non veder diminuire il valore dei propri risparmi (siano essi 100 € o 100.000 €) in termini di potere d’acquisto e, in tal accezione, evidenziavo quanto può influire la variabile tempo.

In questo post voglio fare alcune riflessioni, di carattere macroeconomico, che possono precedere la nostra scelta di mettere i nostri soldi in un luogo che ne garantisca quantomeno l’invariabilità del potere d’acquisto nel tempo.

Ovviamente, le diverse forme di gestione dei propri risparmi, possono avere dei rischi diversi a seconda dello strumento che scegliamo, ma tali rischi sono variabilmente proporzionali anche alla conoscenza, da parte nostra, dello strumento che valutiamo adatto a conservare il valore dei nostri “spiccioli”.

Come per ogni aspetto della vita che personalmente affronto, anche per questo argomento, non ho la pretesa di valutare, in maniera oggettiva, una scelta come buona (sicura, efficace, remunerativa ecc) o come cattiva (rischiosa, inefficace, perdente ecc) . Quello che mi interessa principalmente, ma credo possa interessare tutti, è affrontare la questione in maniera quanto più consapevole, facendosi una “propria idea” delle variabili e delle interazioni delle stesse con le nostre scelte.

Andando al cuore della questione, ritengo si possano individuare 3 o 4 mercati (o aree) in cui si può scegliere di investire il frutto del nostro lavoro (in questa sede voglio escludere sicuramente l’investimento in un’attività produttiva, in quanto ciò è diverso dalla semplice tutela del nostro potere d’acquisto).

giovedì 19 novembre 2009

Citazione motivazionale del 19/11/2009

Un viaggio di mille miglia deve cominciare con un solo passo (LAO TZU)

domenica 15 novembre 2009

Il Principio dell'80/20



Chi ha letto qualcosa su questo Blog, ha compreso quanto io tengo al fattore “tempo” come risorsa indispensabile per l’organizzazione della nostra vita.

Ho dato qualche indicazione su come ottimizzarlo per far rendere meglio le nostre attività.

Oggi voglio rafforzare il concetto prendendo spunto dal Principio di Pareto o legge 80/20.

Vilfredo Pareto, ingegnere, economista e sociologo italiano, studiando la distribuzione dei redditi, dimostrò che in una data regione italiana solo una piccola percentuale di individui (circa il 20%) possedeva la maggior parte della ricchezza (circa l’80%).

Questo principio è stato poi empiricamente dimostrato in diversi ambiti, tanto da poter essere considerato come un principio generale secondo il quale: “la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause .

E così (solo per fare alcuni esempi) è stato verificato che il 20% dei venditori fa l'80% delle vendite, l’80% dei ricavi di treni e aerei deriva da un 20% di rotte, l'80% dei reclami proviene dal 20% dei clienti, l'80% dei visitatori di un sito internet vede solo il 20% delle pagine; e per fare una caso concreto di un po’ di tempo fa, la Microsoft genera l’80% dei suoi ricavi dal 20% dei suoi prodotti (il sistema operativo Windows e il pacchetto Office).

Per contestualizzare il principio di Pareto ai nostri fini potremmo dire che, il 20% delle azioni che compiamo, ci porta l’80% dei risultati che otteniamo.

Ciò può essere uno stimolo per chi si lamenta di non avere mai tempo per fare quella cosa programmata da tanto tempo e alla quale pare tenere molto.

Per avere più tempo, anche solo per riposarsi o fare una passeggiata, può essere opportuno concentrare tutti i nostri sforzi e le nostre risorse sulle azioni essenziali (che rappresentano il 20% delle nostre azioni), che ci portano la maggior parte dei risultati concreti; potremmo addirittura trascurare il restante 80% delle nostre azioni, che si può definire di contorno al 20%, e che poco porta in termini di risultati (ad es., come dicevo in un altro post, una delle attività inutili, per me, poteva essere guardare programmi banali alla TV, ma ognuno deve individuare le proprie).

Provateci e focalizzate la mente sulle azioni utili: interrompete, quando ve ne accorgete le azioni poco produttive (se solo ci fate attenzione vedrete che non è tanto difficile). Ne trarrete benefici in termini di tempo da dedicare a quello che, appunto per mancanza di tempo, state rimandando da un anno.

giovedì 12 novembre 2009

Citazione motivazionale del 12/11/2009

Alcuni uomini vedono le cose così come sono e dicono: "Perché?". Io sogno le cose che non sono mai state e dico: "Perché no? (G.B. Shaw)

domenica 8 novembre 2009

Idee e Azione




Ho trovato molto interessante e stimolante riflettere sulla natura e sulla struttura del nostro agire.

Per non risultare troppo noioso ho cercato di sintetizzare e rendere quanto più concreta l’analisi (per quanto possibile). 

Mi voglio soffermare, in particolare, sulla comprensione della “natura dell’azione”. 

L’interrogativo che mi pongo è: l’azione è generata dalle idee o le idee sono costruite intorno all’azione? 

Verrebbe da rispondere che alla base di ogni azione deve esserci un’idea. 

Per cui dovrei chiedermi: come si genera un’idea? E potrei, senza eccessive critiche, rispondere che l’idea si genera dal pensiero. Cioè l’idea è il risultato del processo di pensiero. 

Il processo di pensiero è innescato dalla memoria. Quando facciamo esperienza e tale esperienza si fissa nella mente, l'azione successiva, non può che essere generata dall'esperienza (memoria) che abbiamo nella nostra mente. Quante volte ci siamo trovati in situazioni che immediatamente ci hanno ricollegato ad altre esperienze (negative o positive) e tali esperienze hanno condizionato il nostro agire. Proprio perché in quel momento il processo di pensiero è stato condizionato dalla memoria, abbiamo agito (o reagito) guidati (anche inconsciamente) dalla memoria (esperienza). 

Per cui dobbiamo interrogarci sul se possa esservi un’azione che non è guidata dall’esperienza e dal processo di pensiero. 

mercoledì 4 novembre 2009

Quanto pesano i nostri soldi?


Penso ve lo sarete chiesti molte volte. Oppure no?

E’ vero che i nostri Euro sono più pesanti della nonna Lira in termini di grammi (si pensi all’Euro e alla 1000 lire), ma sarebbe semplicistico risolvere il problema dicendo che il peso (in termini di valore) dei nostri soldi si è abbattuto (infatti avrete notato che ho paragonato 1 Euro alla mille lire).

Non voglio certo affrontare la diatriba tra chi pensa che entrare, nel 2001, definitivamente nell’area Euro ci abbia fatto bene e chi invece pensa il contrario. Non ci sarebbe una soluzione univoca e molteplici sono gli aspetti che possono farci appoggiare l’una o l’altra tesi.

Basti pensare a chi ritiene, che se non fossimo entrati nell’Euro, ci saremmo ridotti come l’Argentina; anche se il problema dell’Argentina era opposto al nostro e cioè la moneta era troppo forte, mentre la Lira sarebbe stata debole, con ciò forse favorendo le importazioni.

Del resto gli inglesi si dichiarano esplicitamente a favore di una sterlina debole, gli svizzeri intervengono con frequenza per indebolire il franco e perfino i giapponesi si sono dichiarati pronti a smorzare la forza dello yen.

lunedì 2 novembre 2009

Citazione motivazionale del 02/11/2009

E’ nel momento delle decisioni che si plasma il tuo destino! (Anthony Robbins)